Ci sono giorni in cui qualcosa mi spinge ad andare a caccia di immagini… forse perché non sapendo usare colori e pennelli, sento che devo ‘dipingere’ con l’obiettivo. Non so quindi come posso definirmi. Un fotografo dilettante, un esploratore, un ladro di immagini” spiega Enrico Serpagli. Le sue fotografie, scoperte da Beppe Zagaglia, e catturate nei dettagli dei paesaggi urbani contemporanei, approdano per la prima volta in Ospedale a Sassuolo, grazie a VolontariArte. Con molte opere inedite, realizzate appositamente per questo evento.
Con una ‘sorpresa’… Una delle 24 immagini esposte, ovvero la n. 22, è stata ripresa proprio all’interno della struttura sanitaria in via Ruini. Alla prima persona che ha indovinato la fotografia è stata donata una delle opere d’arte esposte.
La mostra è stata intitolata ‘Dietro l’angolo’. L’immagine di Serpagli, infatti, emerge seguendo geometrie indecifrabili, colature e di colore e graffi, e nella sua assoluta astrazione, forma una specie di calligrafia del tempo. Crea una lingua misteriosa che racconta la centralità dell’attimo, rendendo visibile “l’invisibilità del paesaggio contemporaneo” come ha scritto Marinella Paderni docente all’Università IULM di Milano e all’Accademia di Belle Arti a Bergamo.
“I nostri utenti sono abituati a trovare l’arte fin dentro le proprie camere, in tutto l’ospedale, e di questo siamo particolarmente orgogliosi” – dice Bruno Zanaroli, Direttore Generale della Società. “Perché crediamo che questo progetto renda veramente più accoglienti e familiari i luoghi di cura, dando al contempo la possibilità alle energie artistiche del territorio di entrare in contatto con le persone. Come abbiamo sempre sostenuto, un ospedale deve essere aperto al territorio. E Sassuolo, oggi, è un punto di riferimento non solo per la propria mission legata alla salute dei cittadini ma anche come luogo di incontro”.
Biografia
Enrico ‘Giulio’ Serpagli nasce a Borgo Val di Taro nel 1936. A inizio anni ’50 si trasferisce con la famiglia a Sassuolo. Si laurea in Scienze Geologiche e presto diventa assistente e quindi docente universitario di Paleontologia, dedicandosi alla ricerca sul campo sia all’Università di Modena che a Torino. Si specializza nelle foto degli ‘affioramenti’ geologici e, a partire dagli anni ’80, si dedica a produzioni artistiche anche slegate dalla sua attività accademica. Sarà Beppe Zagaglia, solo a fine anni ’90 a “indurlo” a farsi conoscere come fotografo, iniziando una brillante ‘carriera’ anche in questo campo.